mercoledì 27 aprile 2011

english course o english curse?

il corso di inglese che frequento da febbraio è popolato per lo più di pensionati che hanno preso il corso non come un'occasione per imparare l'inglese (lingua fondamentale per inserirsi nel mercato del lavoro con maggior successo) ma come un'attività ricreativa qualunque. per loro essere lì, in piscina o al campo di bocce sarebbe indifferente.
la volta scorsa ms parlo sempre in tedesco perché in inglese non so dire un cazzo, nel bel mezzo della correzione degli esercizi sul condizionale I, si è alzata e ha minacciato di andarsene, perché a lei gli esercizi non riescono e lei non capisce ed è inutile che lei resti lì. la prof con gran classe era riuscita a trattenerla e a proseguire la lezione.
oggi, dopo la pausa pasquale, la classe era dimezzata, in particolare si è saputo che ms mi bevo un bicchiere di cocacola durante la lezione sabato santo è stata ricoverata all'ospedale d'urgenza ed operata allo stomaco in extremis. non verrà più.
non ho capito operata di cosa perché l'hanno detto in tedesco.
dopo aver parlato per mezz'ora di morte e malattia, siamo passati alla correzione dei compiti per casa. ovviamente ms parlo sempre in tedesco perché in inglese non so dire un cazzo non aveva fatto i compiti. anzi, nessuno aveva fatto i compiti, tranne me. ovviamente.

sabato 23 aprile 2011

i have a dream

come preannunciato, questo post sarà un metapost, un post su altri post.
i post di cui vorrei parlare sono tratti dal blog di gianluca antoni, autore del libro "cassonetti" di cui ho scritto due giorni fa.
gianluca, in alcuni sui post, spiega come fare per realizzare i propri sogni, quali sono i meccanismi che ci spingono a dire "non ce la farò mai" e come contrastarli, quali sono le prospettive migliori da cui guardare la meta da raggiungere, e come fare poi a raggiungerla davvero.
probabilmente se avessi letto prima il suo blog, anzi, se lui avesse scritto molto prima quei post, a quest'ora il mio sogno sarebbe già realtà. avendoli letti solo l'altroieri mi sono resa conto che quei meccanismi li ho vissuti e compresi inconsciamente e che, finalmente, a quasi trent'anni, mi sono messa sulla buona strada per realizzare il mio sogno.

per superare l'esame di latino all'università avevo usato come mantra una citazione di petrarca che diceva: "Solo la pigrizia ci fa apparire qualcosa come impossibile, mentre nulla è impervio alla virtù; e molte cose noi potremmo se non le abbandonassimo, ancor prima di tentarle, disperando delle nostre forze."
(l'esame di latino è stato quello che mi ha dato maggior soddisfazione.)
questa frase di petrarca è una sorta di bignami di quello che gianluca spiega benissimo in questi post:

Come realizzare un sogno – Passo 1: Definire il proprio sogno

Come realizzare un sogno – Passo 2: Formularlo in termini positivi

Come realizzare un sogno – Passo 3: Ponilo sotto il tuo controllo

Come realizzare un sogno – Passo 4: Rendilo specifico

Come realizzare un sogno – Passo 5: Suddividilo in passi

Come realizzare un sogno – Passo 6: Rendilo ecologico

Come realizzare un sogno – Passo 7: La motivazione

Come realizzare un sogno – Passo 8: Le capacità

Come realizzare un sogno – Passo 9: Le convinzioni

venerdì 22 aprile 2011

cose che capitano nella vita e uno non se lo aspetterebbe

oggi avrei voluto scrivere un post su dei bei post che ho letto nel blog dell'autore di "cassonetti". un metapost. però vorrei dare priorità a questa notizia a dir poco sconcertante: un mio post è stato linkato sul sito www.modatendenze.it.
cioè, io che di moda ci capisco meno che di astrofisica, io, che quando mi dicono tendenze sono più incline a pensare ai gusti sessuali... be', proprio io, sono finita su un blog che parla di moda.
cliccare per credere

giovedì 21 aprile 2011

cassonetti - gianluca antoni

in questo post farò una cosa che non ho mai fatto prima: pubblicizzare un libro che non ho letto e di cui non so nulla, sulla fiducia.

More about Cassonetti

lo faccio perché ho ricevuto su anobii un messaggio davvero gentile dall'autore, che mi invitava alla presentazione del suo romanzo "cassonetti" a Padova giovedì, 28 aprile 2011, ore 18.00 presso l'Informagiovani in Via Altinate 71. se siete da quelle parti andate e dite che vi mando io ;)

l'autore ha anche un blog. l'ho un po' spulciato e sembra carino! quasi quasi lo aggiungo tra gli amici di blog.

mercoledì 20 aprile 2011

i hate shopping

ce l'ho fatta! dopo tre ore in un negozio di vestiti grande quattro piani ne sono uscita con IL vestito. (il vestito che indosserò il giorno del matrimonio a cui mi si noterebbe di più se non andassi, per cui ci vado.)
all'inizio pensavo che sarebbe stato saggio farmi accompagnare da qualcuno per l'acquisto, quanto è utile l'amica che ti porta i pantaloni della taglia più grande o più piccola quando sei in camerino e ti rendi conto che cavoli, quello che stai provando è decisamente minuscolo oppure enorme?! lo so è fondamentale. per non parlare di quanto è utile l'amica che scuote la testa quando prendi in mano una t-shirt azzurra che nulla a che fare con il motivo per cui sei lì, ovvero il vestito per il matrimonio.

poi mi sono convinta che no, avrei affrontato da sola la cosa, perché no, non sarebbe stato saggio rovinare le amicizie appena iniziate mostrando il lato più mostruoso di me.
così dopo tre ore vagando disperata tra ettari di camicie, pantaloni, magliette, jeans, borse, giacche... alla fine ce l'ho fatta. ho un sobrio completo giacca pantaloni grigio taglia 36 che se respiro scoppia tutto, ma che se avessi preso la taglia 38 avrei dovuto ingrassare due chili per gamba. per cui ora ho 17 giorni per dimagrire un paio di chili. e se ve lo state chiedendo sì, le taglie austriache sono diversissime da quelle italiane, non sono affatto anoressica come la taglia 36 farebbe pensare.

martedì 19 aprile 2011

scrivere libri per ragazzi - manuela salvi - dino audino editore

More about Scrivere per ragazzi

avete pensato di scrivere un libro per ragazzi ma non sapete nemmeno da che parte cominciare? avete scritto un libro per ragazzi ma nessuno degli editori cui l'avete mandato si è degnato di rispondervi? allora questo manuale, pubblicato da dino audino editore e scritto da manuela salvi, vi sarà sicuramente d'aiuto.
per quanto mi riguarda, come già sapete, ho sia pensato di scrivere un libro per ragazzi, che scritto un libro per ragazzi, che spedito il suddetto libro per ragazzi (che avevo pensato di scrivere e poi scritto davvero), a tre editori. inutile dire che solo uno dei tre editori mi ha risposto dicendo "non è adatto per le nostre collane". che è la risposta standard adatta a qualunque porcata.
non è detto che se avessi letto questo manuale prima di scrivere quel romanzo, qualcuno me l'avrebbe davvero pubblicato, ma adesso che l'ho letto, se un editore pubblicherà il mio prossimo romanzo per ragazzi sarà anche grazie a questo manuale.
non è detto che tutto quello che c'è scritto dentro farà al caso vostro, non è detto che condividerete tutto quello che c'è scritto, ma sono certa che sarà un utilissimo confronto per guardare con occhio critico quello che state scrivendo e vi permetterà di porvi le giuste domande davanti alle pagine che avete prodotto.

qui trovate la presentazione fatta dall'autrice stessa. e qui il suo intervento alla children's book fair di bologna.

qui potete acquistare il manuale con il 10% di sconto.

collegato al libro c'è anche un concorso gratuito di racconti per ragazzi. qui trovate il bando. qui la scheda di partecipazione.

se poi vi sentite pronti, potete anche partecipare alla nuova edizione del concorso "il battello a vapore" indetto da piemme. avete tempo fino al 30 giugno per partecipare.

giovedì 14 aprile 2011

5° che sembrano 3°

leggo sulle bacheche dei miei amici di facebook "antò, fa caldo", oppure "siamo passati dal riscaldamento al condizionatore" o "non ero preparata a 27°" e così penso, che bello è primavera, guardo fuori dalla finestra e vedo un ritaglio di cielo azzurro e mi metto i pantaloni chiari di cotone leggero che fanno tanto bella stagione e una maglietta a maniche corte. poi guardo il meteo on line e dicono che il sole si trasformerà in pioggia e che la temperatura è di 5,4 gradi ma sembrano 3. allora sopra la maglietta maniche corte metto una felpa pesante e poi la giacca primaverile, perché quella invernale la usavo quando c'erano meno 15 e quindi è troppo calda.
quando esco vengo aggredita da un vento gelido, che si infila dappertutto, come le mani di quel primo fidanzato frettoloso e inesperto, facendomi sentire terribilmente stupida e a disagio con i pantaloni bella stagione, la felpa invernale, la giacca primaverile e l'ombrellino in borsa, che non servirà a nulla quando si metterà a piovere perché il vento porterà la pioggia dappertutto.

mercoledì 13 aprile 2011

sindrome da deficit di attenzione e iperattività

per un motivo o per l'altro, passo la maggior parte delle mie giornate al computer e connessa a internet, spesso intenta nell'impegnativa attività di cazzeggio: leggo blog, leggo giornali on line, ascolto musica, cerco parole tedesche sul vocabolario, leggo e scrivo email...
ieri, cercando il link a un interessante articolo che volevo far leggere al matematico, ma che non riuscivo più a trovare, ho dovuto fare i conti con la cronologia della mia giornata online.
l'impatto è stato sconvolgente, era qualcosa del genere

8.02 gmail
8.08 azzurropillin
8.09 nonsolomamma
8.11 aliceelabestia
8.13 algaspirulina
8.14 facebook
8.16 youtube
8.17 gmail
8.18 twitter
8.20 anobii
8.25 repubblica.it
8.27 garzantilinguistica
8.28 gmail
8.29 milady
8.30 volevoesserejomarch
8.32 youtube
8.32 lastampa
8.33 gmail
8.38 garzantilinguistica
8.40 gmail
8.41 la stampa
8.43 volevoesserejomarch
8.43 ilfattoquotidiano
8.45 corriere.it
8.46 garzantilinguistica
8.47 twitter
8.47 facebook
8.50 gmail
8.51 anobii.com

la diagnosi immediata: sindrome da deficit di attenzione e iperattività. ricoveratemi!

martedì 12 aprile 2011

la pronuncia no no no

il prof di tedesco del corso precedente, lo odiavo.
era fissato con la puntualità, la grammatica, i dialoghi noiosi a fine lezione e la pronuncia. giustissimo, insegnare e correggere gli errori è il suo mestiere. il fatto è che costringeva tutti, ogni volta, a ripetere una frase più e più volte fino a che il risultato non gli sembrava almeno vagamente accettabile. a quel punto diceva ok ma scrollando le spalle, come se fosse rassegnato al fatto che non avremmo mai davvero parlato tedesco.
il nuovo prof di tedesco se ne frega della pronuncia. ripete quello che diciamo per farlo sentire a tutti nel modo corretto, ma non ci ammorba e non ci umilia ogni santa lezione facendoci ripetere la stessa frase mille volte.
(è scientificamente provato che fino alla pubertà è possibile acquisire la pronuncia in lingua straniera perfetta, poi è molto più difficile, nella maggior parte dei casi un adulto non madrelingua sarà percepito come tale da un madrelingua.)
 ieri, però, ecco l'eccezione. ieri il nuovo prof di tedesco ha detto "spero che le colleghe italiane non si offendano se correggo loro la pronuncia. ma hanno un accento proprio marcato".

ecco, io non mi offendo, ci mancherebbe. però quando per sette mesi consecutivi, ogni volta che apri bocca per dire una cosa in tedesco (pensando all'articolo del sostantivo, alla coniugazione del verbo, al verbo al secondo posto nella principale, alla concordanza dell'aggettivo, al caso, alla preposizione, al verbo alla fine nelle subordinate, cercando di fare in modo che tutto sia corretto), l'interlocutore madrelingua ti cazzia non per quello che dici (perché l'ha capito benissimo), ma per come lo dici e ti suggerisce di pensare alla pronuncia delle parole, un po' ti passa la voglia di parlare in tedesco.
quasi quasi vorresti dirgli, in italiano: "ma vai a lig-nano!"

sabato 9 aprile 2011

felici matrimoni

tra un mese sono invitata a un matrimonio.
è un matrimonio di quelli in cui mi si noterebbe molto di più se non andassi, ed essendo l'ultima cosa che voglio farmi notare a un matrimonio, vado.
ovviamente sarebbe più semplice se il matrimonio non fosse a 500 chilometri da qui, se non fosse che il giorno prima ho il corso di tedesco e due giorni dopo l'esamino di metà corso di tedesco, se non fosse che vengono anche loro.
loro non le sopporto, mi fanno dare il peggio di me, mi fanno sentire uno straccio, mi fanno desiderare di starmene tutto il giorno in pigiama sul divano con il mantello dell'invisibilità addosso.
loro chi? loro: le mie cose. quelle che si autoinvitano sempre nelle occasioni più mondane: la gita di classe in cui ti eri convinta avresti conquistato quello carino dell'altra sezione, le vacanze in grecia che pianificavi da mesi, il colloquio di lavoro che aspettavi da una vita. ecco, loro ci sono sempre in quei momenti lì, non se li perderebbero per niente al mondo.
e quindi tra un mese, a quel matrimonio, loro saranno presenti in grande spolvero.
visto che una delle caratteristiche delle mie cose è quella di aumentarmi di una taglia abbondante il seno e di farmi gonfiare la pancia come se dentro ci fosse un bambino, che ne dite se per l'occasione mi compro un bel vestitino premaman?

giovedì 7 aprile 2011

consigli di scrittura

tempo fa avevo iniziato a raccogliere in un quaderno alcune citazioni che mi sembravano particolarmente utili, tratte da manuali di scrittura creativa. dato che quelle frasi hanno occupato in tutto quattro pagine e dato che dubito ne avrei riempite altre, ho trasformato quel quaderno nel mio nuovo quaderno di tedesco.

ne approfitto per trascrivere alcuni dei consigli del mio ex quaderno di scrittura prima che vadano persi:

una narrazione è, in fondo, una lunga lettera inviata a uno sconosciuto.

chi scrive lo fa perché la parola scritta susciti nel lettore i suoi sentimenti, quelli del lettore. questo si intende in realtà quando si dice che chi scrive narrativa lo fa per comunicare emozioni. è una frase ingannevole, si dovrebbe dire "per suscitare emozioni".

quello che deve assolutamente succedere è che siano i fatti che accadono che generano nel lettore le emozioni, non la vostra reazione a quegli stessi fatti.

perché ciò che comunica sensazioni non è quello che l'autore pensa dei fatti che sta descrivendo, ma sono i fatti in se stessi.

una narrazione è una selezione di avvenimenti.

è dal nostro comportamento come lettori che impariamo come dobbiamo comportarci come narratori.


ovviamente pasticciona come sono non ho idea di quali siano le fonti di queste citazioni, ma sono quasi sicura siano tutti o alcuni di questi libri:

Smettetela di piangervi addosso: scrivete un best seller

78 ragioni per cui il vostro libro non sarà mai pubblicato e 14 motivi per cui invece potrebbe anche esserlo


già che ci sono, vi consiglio queste videolezioni di scrittura creativa di giulio mozzi. hanno l'aria di essere in qualche modo stupide, ma non lo sono affatto.

martedì 5 aprile 2011

quel ferro che non c'è

tornando in italia per l'esame in didattica, di cui avrò il risultato solo a fine mese, ne ho approfittato per fare degli esami del sangue. (eh, sì, gli esami non finiscono mai.) sperando che quello in didattica sia andato benissimo, quello del sangue è andato così così: ne è risultata una carenza di ferro.
mia madre è subito entrata in modalità apprensiva, offrendosi di spedirmi bistecche di cavallo e integratori di ferro in capsule, gocce e boccette.
io mi sono fatta un giro di google e quello che ne è emerso è molto interessante: i sintomi della carenza di ferro sono astenia (stanchezza diffusa e voglia di non fare un cazzo), irritabilità, e tachicardia e dispnea (fiatone) anche dopo attività fisica blanda.
la conclusione quindi è che: non sono io ad essere pigrissima, ad avere un pessimo carattere e a odiare l'attività fisica al punto che dopo un piano di scale a piedi stramazzo. no-no. è che sono un po' anemica, tutto qui!

sabato 2 aprile 2011

ppp

fermarmi a ppp per più di qualche giorno è sufficiente a farmi ricordare perché già all'età di 15 anni non vedevo l'ora di andarmene.
ogni volta che sono a ppp mi coglie una terribile sensazione di claustrofobia, di tristezza, di essere nel posto sbagliato, che non mi abbandona fino a quando non me ne vado.
e anche se con il tempo a queste sensazioni è iniziata ad affiancarsi la malincolina per i tempi andati, per la me che sono stata, per le cose e le persone e gli eventi che lì hanno trovato un loro spazio, non è sufficiente a farmi rimpiangere la scelta di provare a essere felice altrove, di vivere altri spazi, di esplorare nuovi orizzonti.