sabato 27 dicembre 2014

la bambina che leggeva i libri

ha solo due anni e una passione sconfinata per i libri.
vuole leggere in bagno, in camera, a letto prima di andare a dormire.
conosce i nomi di tutti gli amici di giulio coniglio (l'istrice ignazio è il suo preferito), tutta la genealogia di peppa pig, e sa a memoria tutti i libri della pimpa. ma non disdegna olivia (la colpisce molto quando si arrabbia con ian), elmer (zia zelda la fa morire dal ridere) e qualsiasi libro illustrato purché sia da leggere.
quando mette a dormire la bambola le racconta la storia della tartaruga, quella che lei esige prima di andare a fare il riposino e prima di andare a dormire.
le parole d'ordine sono "eggiamo". e quando è finito un libro "ato ibo". si accorge se salti le pagine e dice "satato agina", e pretende che torni indietro. se qualcuno interrompe la lettura strilla come un'aquila "bai bia", e se le dici che è ora di mangiare o di fare la pipì chiede "acoa u pochino".
mi vede pochissimo ma sa che sono "zia sibia", e quando ci sono, con grande disappunto di "zia dada", sono la zia preferita. quella investita del ruolo di lettrice personale a giornata. da quando arriva a quando se ne va il mantra è "zia sibia, eggiamo".
e poiché il numero di libri a disposizione è finito, ma il suo bisogno di leggere infinito, zia sibia si trova a leggere e rileggere e rileggere e rileggere e rileggere e rileggere gli stessi libri per un giorno intero.
sapevo di non avere la stoffa per fare la mamma, ma anche fare la zia...

giovedì 18 dicembre 2014

un regalo che tutte le donne dovrebbero farsi: la coppetta mestruale

ne ho già parlato a profusione quando l'ho scoperta e ho iniziato a usarla, ma ora che è quasi natale vale la pena di ricordarlo.
la coppetta mestruale è una figata. è un regalo che tutte le donne dovrebbero fare a se stesse e alle amiche per vivere meglio il ciclo mestruale.
è economica: con un investimento iniziale tra i dieci e i trenta euro potete dire addio agli assorbenti per sempre.
ecologica: niente più immondizia
igienica: niente più bidoncini maleodoranti
comoda: non si sente. nel senso che se ben posizionata è come non averla, si può fare sport e dire addio alla sensazione di appiccicaticcio-sudaticcio, e alla sensazione ancora peggiore di "scende-scende" (che per chi ha il flusso abbondante significa anche terrore e rischio di macchiarsi).
a questo link trovate un file con tutto quello che dovete sapere sulla coppetta (l'ho scritto io).
a questo link il gruppo fb delle donne che usano la coppetta, dove informarsi, chiedere consiglio, leggere le testimonianze di chi già la usa.

e se proprio l'idea vi repelle... almeno passate agli assorbenti lavabili. sono di cotone, irritano molto meno degli assorbenti tradizionali e il pianeta ringrazia.

mercoledì 17 dicembre 2014

libri da regalare a natale

alla ragazzina che si fa donna: "dire fare baciare" di claudia de lillo. manualetto per bambine che diventano grandi.

alla sedicenne sensibile: uno qualunque di john green. il più famoso ora è "colpa delle stelle" da cui hanno anche tratto il film, ma anche i precedenti sono stupendi.

all'amica che sta attraversando un periodo buio: "licenza di chissenefrega"

alla lettrice esigente: "il nero e l'argento" di paolo giordano

a quella che dice "un libro bellissimo, ho pianto tanto": "nessuno sa di noi" di simona sparaco. io ho pianto tanto ed è il libro più bello che mi sia capitato di leggere quest'anno.

se volete regalare ebook, qui una guida che spiega come fare.
se avete un discreto budget potete regalare un ebook reader. io consiglio il kindle da 59 euro. il paperwhite costa di più e secondo me non vale la pena.

e non è vero, come dice un hashtag su twitter, che #unlibroenonsbagli.
se un'amica mi regalasse l'ultimo di bruno vespa potrebbe mettere in seria discussione la nostra amicizia.
è vero che regalare un libro è sempre un'ottima idea, il problema è regalare il libro giusto.

venerdì 12 dicembre 2014

ci stavo provando

mi stavo impegnando sul serio: a stare meglio, a fare qualcosa che mi piace, a non lasciarmi sommergere dallo sconforto, dai cattivi pensieri, dalla frustrazione per le cose che vorrei, e non succedono.
mi sono persino messa a leggere libri di auto-aiuto. anzi, licenza di chissenefrega è un libretto niente male se siete nella melma e non sapete come uscirne. è il primo del genere che leggo, per cui se ne avete letti molti altri, magari non vi dice nulla. e non è che riveli chissà quali verità, solo dà un punto di vista sulle cose che quando sei nella melma non hai. (il problema è passare dalla teoria alla pratica)
tutto questo per dire che mi sembrava di stare meglio, fino a ieri, quando una perfetta sconosciuta ha lasciato questo commento su quell'altro blog:

"Devo dire comunque che il tu e la parola diffidenza andate a braccetto, ma pensi che il mondo sia fatto di disonesti? Cerca di conoscere le persone di cui parli e che giudichi, non è bello quel che dici e quel che insinui. Sarei tentata di farti gli screen shot delle mie visite ma penso che riterresti manomessi anche quelli quindi mi risparmio il lavoro. Detto questo ti saluto e ti sono sincera mi fa quasi pena il tuo modo di approcciarti con la società...sei veramente triste! Buone feste...magari il Natale ti rende più buona!"

e quindi niente, ho passato la sera a piangere come una scema perché una sconosciuta pensa di me - desumendolo da un post su un blog - che io sia una persona triste, e anche cattiva, dato che spera che diventi più buona.
mi ero illusa di stare meglio, ma era, appunto, solo un'illusione.

mercoledì 3 dicembre 2014

in ordine sparso

* sono tornata a vienna
* abbiamo messo i cioccolatini nel calendario dell'avvento dell'anno scorso, per un natale eco e crisi compatibile
* mi sono dimenticata dell'appuntamento all'ufficio di collocamento
* per il compleanno ho regalato al matematico un paio di ciabatte che vanno bene a me (io porto il 41 lui il 42 le ciabatte sono n 43)
* da harvard il matematico è tornato con qualche chilo in più, un calendario di monet, per me, i capelli da clochard
* ho scoperto che se nel kindlestore paghi con un buono regalo non puoi prenotare ebook e non puoi provare kindleunlimited (che tanto fa schifo, ci sono una manciata di bei titoli a fare da specchietto per le allodole e un mucchio di titoli autopubblicati che a comprarli costerebbero 89 cent l'uno)
* fa freddo, ma non abbastanza da nevicare, e quindi è solo grigio e pioviggina sempre

giovedì 20 novembre 2014

beppe marchetti - il libraio scomparso

quando abitavo a torino, nella mia vita scorsa, mi è capitato di frequentare il gruppo degli anobiini torinesi. (anobii è il social network dei libri.)
ci si incontrava a cadenza regolare alla libreria massena28 - che era anche il nome della via in cui era situata - e si parlava di libri, si leggevano stralci, ci si confrontava.
non ero assidua per niente, ma ci sono stata una manciata di volte, nell'arco di tre anni, ed è stato in quel periodo che ho conosciuto beppe, il libraio.
da lui credo di aver comprato due libri, "nel mare ci sono i coccodrilli" di fabio geda, che ho lasciato a teresa dopo averlo letto, e "scrivere zen" di natalie goldberg, uno dei miei manuali di scrittura preferiti. uno dei pochi libri che ho prima preso in prestito in biblioteca, e poi acquistato, per averlo.
da domenica scorsa beppe è scomparso. la sua pagina fb è inondata di messaggi di amici che postano articoli di giornale, e foto, e condividono lo sgomento per questa improvvisa scomparsa, e sperano e si augurano che il suo sia un allontanamento volontario, e che presto si faccia vivo dicendo "ah, vi ho fregati tutti".
conoscevo poco beppe, non siamo rimasti in contatto, ma scrivo questo post solo per poter dire che trovo magnifica questa sua poesia (non ne so nulla di poesia, sono una grandissima ignorante a riguardo, non ne ho mai lette e non distinguerei le rime di un zanzotto da quelle di un bambino dell'asilo. tuttavia questi versi su di me hanno un effetto potente, li trovo struggenti e veri e intensi).

Troppo poca una sera
per bere tutto il vino
e ballare tutta la musica
e dire tutte le parole
e consumarci intere le labbra.
Troppo lenta la tua macchina
per mostrarmi tutta Firenze
troppi i sensi vietati,
le strade piccine
i belvedere brillanti nella notte.
Troppo bassa l'acqua dell'Arno
per tuffarsi ubriachi,
troppo poco il tuo sudore
per dissetarmi.
Troppo il buio senza lampioni
troppo timide le stelle
troppo aguzzi i sassi nell'erba
per farci l'amore.
Troppo veloce poi la luce,
l'alba che sbircia curiosa
la mattina che cambia l'umore.
Nessun orologio sul tuo polso
o sul mio
E nessuna sveglia ha suonato
nel vuoto d'impegni.
Così mi son messo in strada
chiedendomi perché
non abbiamo diluito
– almeno un poco –
questo concentrato d'amore.

mercoledì 12 novembre 2014

combattere il sistema... o sfruttarlo?

da qualche settimana ho aperto il blog robadaself in cui mi accanisco contro gli autori che si autopubblicano su amazon con successo, nonostante abbiano scritto dei romanzi spesso mediocri, e/o banali, e/o pieni di errori.
quello che ho scoperto è che il successo di molti di loro è legato a doppio filo. pare una sorta di mafia.
c'è eli5abe77a b4ld4n che fa le copertine. ha una pagina fb in cui mette a disposizione delle copertine già impostate e uno deve solo prenotarsi per acquistare la sua preferita e farci aggiungere titolo e nome dell'autore. la suddetta grafica ha più di 700 fan e suppongo ancora più amici nel profilo personale.
ho la conferma che le autrici di romanzi rosa sono amiche tra loro e si passano pacchetti di lettrici, tipo voto di scambio.
grazie al post di un'autrice autopubblicata, so che per stare nella top 100 di amazon bisogna vendere tra le 20 e le 30 copie al giorno. per stare nella top 10 almeno 50.
come sappiamo la pubblicità è l'anima del commercio, quindi se hai già qualche recensione a 4 o 5 stelline, anche dei perfetti sconosciuti acquisteranno il tuo libro sulla fiducia e spesso, prima che arrivino le recensioni negative (di gente che il libro l'ha letto senza essere tuo amico e te lo stronca) ci vuole qualche giorno. se invece il libro piace davvero, grazie alla visibilità ottenuta usando fan, e amici, e amici di amici... conquisti il grande pubblico e di conseguenza un grande editore.
al momento sono già tre i romanzi autopubblicati che ho recensito che hanno trovato un grande editore.
quindi la mia domanda è: meglio chiudere il blog (che tanto non se lo fila nessuno), recensire a 5 stelline romanzi mediocri per farmi amiche le autrici (e assicurarmi le loro lettrici), farmi fare la copertina dalla grafica più quotata sul mercato del romance e autopubbicare anche il mio romanzo per arrivare al grande editore?
o continuare a sperare che uno degli editori cui ho mandato il mio romanzo decida di pubblicarmi?

domenica 2 novembre 2014

badare a se stessi

avevo grandi progetti per queste quattro settimane di assenza del matematico.
vado a roma a frequentare il corso rai!
magari mi prendono a fare la redattrice interna in quello studio editoriale vicino milano!
invece...
la prima settimana l'ho passata chiusa in casa con l'influenza. per 100 ore consecutive mi è capitato di non parlare con nessuno. nemmeno al citofono, per telefono o via skype.
e poi venerdì notte un dolore insopportabile mi ha artigliato il collo e la spalla, con una presa così stretta che la prima cosa che ho fatto sabato mattina è stato comprare un biglietto per il primo treno che mi avrebbe riportato dai miei, e la seconda raggiungere piangendo una farmacia di turno e farmi dare un antidolorifico.
ho 32 anni e non sono mai stata più fragile e spaesata di così.
quando avevo 17 anni guardavo la gente di 25 e mi sembrava adulta e piena di certezze. quando sono arrivata a 25 anni non mi sentivo affatto adulta né piena di certezze, ma guardando la gente di 30 pensavo che sì, a 30 anni si sistema tutto.
ho passato l'adolescenza desiderando andarmene da casa e vivere altrove.
adesso vivo altrove e non ne sono capace.
ho 32 anni, e non riesco nemmeno a badare a me stessa.

sabato 1 novembre 2014

intervista a me stessa medesima

D: buongiorno, da oggi, primo novembre, il suo manuale di scrittura è uno degli ebook in offerta del mese di amazon. come ci si sente?
R: all'inizio pensavo fosse una bella cosa, maggiore visibilità, maggiori vendite... poi ripensandoci, è sempre la solita storia: sei considerato solo se costi meno. se sei gratis ancora meglio.

D: ma ci parli del titolo "sono uno scrittore ma nessuno mi crede".
R: sono una persona depressa e pessimista che si piange addosso. altrimenti il titolo sarebbe stato "sono una scrittrice di successo e mi credono tutti"

D: be', senza peli sulla lingua, ci dica, è diventata ricca con questo manuale?
R: quando ho visto il rendiconto del primo anno di vendite non sapevo se ridere o piangere. sul mio conto sono stati accreditati 96 euro. (tenga conto che l'anno scorso sono stata tra le offerte di amazon del mese di settembre.) il mio editore per mantenersi fa altri tre lavori, oltre alla casa editrice.

D: ci parli della sua scrittura. cos'ha in cantiere?
R: ho scritto due romanzi (uno per adulti e uno per ragazzi) e stanno facendo la muffa sul tavolo di diversi editori. sto organizzando la trama di un terzo romanzo. e ho preparato una nuova edizione di childfree con contenuti extra che potete scaricare gratuitamente in pdf cliccando qui.
su amazon il prezzo è di 89 centesimi.

D: non si vergogna a farsi le domande e darsi le risposte, dandosi del lei, per giunta?
R: be' ci sono un sacco di autori che si autopubblicano con successo, non vedo perché non ci si  dovrebbe autointervistare.

lunedì 27 ottobre 2014

verso harvard e oltre

avete presente harvard? la prestigiosissima università americana in cui tutti i protagonisti di libri e film vogliono essere ammessi? quella che uno su mille ce la fa?
ecco, è un posto che esiste, e infatti il matematico ci andrà per tre settimane. l'hanno invitato con una lettera entusiastissima in cui dicevano di essere lietissimi di aprirgli le loro porte.
dopo le tre settimane ad harvard il matematico volerà direttamente in giappone per parlare a una conferenza - giusto qualche giorno - e poi tornerà a vienna.
per organizzare questo viaggio di quasi un mese ha preparato liste e schemetti che neanche alla nasa per lanciare una sonda su marte.
quando a me, non sono nemmeno potuta andare ad accompagnarlo all'aeroporto: è da due giorni che sono sigillata in casa con l'influenza.

sabato 25 ottobre 2014

milano: come non sono mai stata amata

milano ha sempre dato il peggio di sé, con me. fino a due giorni fa.
questa volta mi ha accolta con due giornate di sole stupende, l'aria tersa e il cielo sgombro.
sono salita tra le guglie del duomo,
ho fatto da pubblico a un concerto molto bello, generoso, intimo, riuscito,
ho visto la mostra su van gogh a palazzo reale,
ho preso il sole su una panchina al castello sforzesco,
ho mangiato panzerotti, focacce, pizze, pizzette, gelati
ho ritrovato persone che non vedevo da anni
e mi sono sentita finalmente amata da una città che ho sempre percepito come ostile.

martedì 21 ottobre 2014

il giorno giusto

sono una 32enne dotata di trucchi. ho un fondotinta e la spugnetta per stenderlo. una matita per colorare le palpebre, un mascara, un lucidalabbra, salviettine struccanti.
solo che non ho un giorno giusto per truccarmi.
non ho mai sentito l'esigenza di impiastricciarmi il viso per sembrare più carina. e anche ora, che mi sembrava una buona idea quella del trucco, ho l'impressione che non ci sia mai l'occasione per farlo.
truccarmi per andare all'ufficio di collocamento alle otto di mattina? nooooo
truccarmi per andare a camminare sul donaukanal? noooooooo
truccarmi per stare in casa a leggere robaccia per avere qualcosa da scrivere sul mio nuovo blog? noooooooo
lo so, c'è gente che si trucca per andare in palestra o a fare la spesa. ma io? quando mi devo truccare?

lunedì 20 ottobre 2014

dal polo all'equatore senza passare dal via

giovedì volerò a milano per il concerto di damien rice.
partirò da vienna dove è prevista pioggia battente e una temperatura percepita di tre gradi e atterrerò a milano dove ci sarà sole splendente e una temperatura massima di diciannove gradi.
in pratica uscirò di casa con ombrello, sciarpa, guanti e scaldaorecchie e una volta atterrata mi metteranno attorno al collo una corona di fiori e un gonnellino di foglie di banano.
il fatto che persino milano si prodighi a ricordarmi che vivo in un posto dove c'è tempo di merda non è incoraggiante.

venerdì 17 ottobre 2014

leggiamo?

ha occhi azzurri e riccioli biondi. sorride e batte le ciglia come un gatto ruffiano. non ha nemmeno due anni ma ha più libri di un professore universitario.
li conosce tutti a memoria.
giulio coniglio, peppa pig, la pimpa, la dottoressa peluche.
ha un vocabolario ricchissimo, ripete qualunque parola, da squisito a scocciato. ma le sue preferite sono: leggiamo. cos'è? ancora.
se ti interrompi durante la lettura lei riempie il silenzio con la parola mancante.
indica tutti gli oggetti disegnati sulla pagina e chiede: cos'è?
tu dici: tavolo, fiori, remo. e lei ripete avoo, oi, emo.
al termine di ogni libro dice ancora, per convincerti a ricominciarlo da capo, e se le proponi di giocare a palla, con i cubetti o altri pupazzetti prende in mano un libro e dice: leggiamo.

mercoledì 15 ottobre 2014

la commessa pallida

nella mia lunga carriera di sciattona oltre a non essermi mai vestita da femmina non mi sono mai truccata. (no, non è vero, mi sono truccata il giorno della mia cresima e anche a quello del matrimonio di mia sorella e sono riuscita a tenere la matita sugli occhi durante quasi tutto il tragitto in macchina verso la laurea dell'altra sorella - erano circa 300 km.)
determinata a dare una svolta alla mancanza di fondotinta sono entrata in un negozio di cosmetici. la commessa, truccata alla moira orfei, mi ha chiesto se potesse aiutarmi, e io mi sono presentata: non mi sono mai truccata nella vita, vorrei iniziare a farlo oggi alla veneranda età di 32 anni due mesi e 13 giorni.
la commessa è sbiancata (si è visto persino sotto lo strato di stucco e blush), si è appoggiata a un espositore per non stramazzare a terra e ha iniziato lo sporco lavoro.
lei: che tipo di pelle ha: secca mista o grassa?
io: non ne ho la più pallida idea.
lei: ma la bb cream la usa?
io: non so di cosa stia parlando
lei: allora iniziamo con un fondotinta liquido (che poi ho acqusitato)
io: vorrei anche qualcosa per gli occhi. una matita azzurra
(mi fa chiudere le palpebre, mi spalma qualcosa di azzurro)
lei: ma perché proprio l'azzurro? le starebbe meglio il verde, o il marrone. potrei darle qualcosa anche per coprire la couperose.
io: cioè dovrei nascondere il fatto che arrossisco?
lei: be', certi difetti della pelle...
io: non penso che dimostrare di provare emozioni sia un difetto della pelle
(mi mostra una matita meno azzurra e più verde acqua, che poi ho acquistato)
lei: per uniformare l'incarnato posso mostrarle questa (mi spalma sul dorso della mano una crema verde - il cui odore non è ancora andato via, nonostante mi sia lavata le mani col sapone tre volte. mi fa confrontare il dorso della mano spalmata con quella della mano non spalmata. non vedo alcuna differenza.)
ci dirigiamo alla cassa con il fondotinta e la matita, pago e la commessa sollevata riprende colore.

venerdì 10 ottobre 2014

c'è vita su marte

questa mattina ho mandato un cv per un posto di lavoro a tempo pieno di scrittura testi per siti web, sede di lavoro reggio emilia.
dopo un paio d'ore ho ricevuto la chiamata dell'azienda che si diceva interessata al mio cv e mi parlava del tipo di impiego e delle condizioni contrattuali ed economiche.
il massimo che potevano offrirmi era un contratto a progetto e uno stipendio di un quarto inferiore al mio primo stipendio di sette anni e mezzo fa, quando mi ero appena laureata e non avevo uno straccio di esperienza di nulla.
qui a vienna quei soldi li prende una cameriera che lavora part-time (per dei datori di lavoro non italiani).
io vorrei davvero tornare in italia. quando sono atterrata a roma mi sono commossa a sentir parlare italiano. ma ha senso tornare a queste condizioni?

giovedì 9 ottobre 2014

viaggio a roma

ho goduto della grande bellezza
ho mangiato squisitezze
ho frequentato la prima lezione di un corso di scrittura deludente e affollatissimo
mi sono fatta coccolare da 3 amiche
ho parlato un sacco
ho pianto due volte
ho camminato molto
ho riso
ho comprato due vestiti da femmina e le mie prime calze autoreggenti

lunedì 29 settembre 2014

diario sonoro di una vacanza


siamo tornati da quasi due settimane dalla nostra vacanza in cui tutto è stato non meno che perfetto.
sole caldo.
mare azzurrissimo.
cibo gustoso.
albergo pulito.
i costumi sono ancora in un sacchetto, abbandonato in bagno, in attesa di essere lavati. e anche la mia vita tutta intera sembra essere rimasta lì, in quel sacchetto, in attesa che mi decida a tirarla fuori e a farne qualcosa.

lunedì 8 settembre 2014

epic fail pre vacanziero

volevo comprare un po' di occorrente per la vacanza, per entrare nel mood e non trovarci totalmente impreparati sotto il sole e di fronte al mare.
ho girato un po' di negozi, e alla fine ho trovato due costumi per me e uno per il matematico.
quello per il matematico è troppo piccolo, ma è tardi per cambiarlo, e forse, dato che era un articolo in saldo non lo cambieranno comunque.
uno dei due che ho preso per me ha suscitato nel matematico la seguente reazione: "fa schifo e ti sta malissimo".
teli da mare non ne ho trovati.
ma domani si parte e chissenefrega.

sabato 6 settembre 2014

quasi vacanza e noi no

domani sarà il mio ultimo giorno di lavoro. so che non si dicono le parolacce, ma mi sono proprio rotta il cazzo, e anche se mi mancano solo 8 ore di tormento mi sembra di non potercela fare.
martedì partiremo per il mare.
non abbiamo un costume da bagno in due.
non abbiamo un telo da spiaggia in due.
non abbiamo una crema solare in due.
contiamo di recuperare lunedì, sperando che non ci sia solo la moda autunno inverno ad accoglierci, altrimenti siamo fregati.
io è dal 2003 che non faccio un bagno in mare. nel 2008 avevo solo inzuppato i piedi nell'oceano pacifico. tra i due eventi sono andata una volta in piscina e c'era anche il matematico.
per entrambi è stata l'ultima volta che ci ha visti in costume.
quello che sarà di me dopo questa vacanza non è dato sapere. e paradossalmente ci penso pochissimo.

giovedì 28 agosto 2014

sono una che si è licenziata.

sono una che pesa meno di 50 chili.

sono una che le ossa affiorano dalla carne come scogli quando si ritira la marea.

sono una che dopo 5 anni, forse, se tutto va bene, farà una vancaza. (l'ultima è stato un weekend a lisbona nel 2009.)

sono una che si interessa di libri autopubblicati.

sono una che scarica gli incipit dei più venduti di amazon e le viene il mal di pancia a leggere frasi di questo tipo: "La testa mi martellava, avevo bisogno di un caffè, così mi alzai e riuscii a trovare, nel campo di battaglia che era la mia cucina, una moca del caffè ancora commestibile" (pensavo che la gente usasse la moca per farsi il caffè, ma io non bevo caffè e forse le moche si mangiano...)

sono una che legge le recensioni dei libri autopubblicati più venduti su amazon e si sofferma su frasi come: "Un'altro protagonista uomo che fa sognare noi donne, Andrea, bello da far paura militare, ..." e si chiede come sia la paura militare e come si fa a scrivere un altro con l'apostrofo senza provare dolore fisico.

sono una che manda cv a caso, ma tutti in italia.

sono una che odia vienna.

sono una che cancellerebbe gli ultimi quattro anni.

sono una che non ce la fa più.

sono una che vuole disperatamente andarsene da qui.

sono una che da mesi, appena si sveglia, a volte piange al pensiero di doversi alzare.

sono una che odia le telefonate

sono una che adora le email

sono una che scriverebbe lunghe email a tutti, tutti i giorni, se solo non fosse così triste e la tristezza non le togliesse le cose belle da dire

sono una che vorrebbe solo essere meno infelice di così

sono una che non vede l'ora di andare al mare.

sono una che vi chiede di cliccare qui e poi su "vota". qualcuno l'ha già fatto.

venerdì 25 luglio 2014

sono una che

sono una che nonostante tutto continua a scrivere.
ho scritto un racconto su perché amo scrivere ed ha colpito nel segno: sono stata ammessa al corso di scrittura creativa organizzato da rai eri "il libro che non c'è".

e poi ho scritto questa lettera racconto per partecipare a un concorso indetto dalla rivista "donna moderna".
lo trovate qui sotto, se vi piace potete votarlo sul sito (non è richiesta registrazione), e condividere il link sui vari social network.


Lettera d'addio ad Amore

Sei in un luogo fragile. Un luogo di sussurri, di camici appositi e copriscarpe speciali. Ed è in questo luogo pieno di precauzioni che vengo a trovarti, Amore. Sono venuta qui da te anche oggi, a guardare le tue palpebre chiuse, il tuo corpo immobile collegato a tubi e cavi.
Se non fosse per i monitor che dicono che il tuo cuore batte, che i tuoi polmoni respirano ancora, che dentro il tuo corpo fermo c'è ancora vita, penserei che sei morto. 



mercoledì 2 luglio 2014

sono una che ha un fidanzato con il blog

dopo essere stata guardata per anni con sospetto dal matematico per il fatto di avere un blog... ora è il matematico stesso ad averne aperto uno suo.
si chiama cantor on the shore (cantor sulla spiaggia - fa eco a "kafka sulla spiaggia" un romanzo di murakami) è in inglese perché a lui piace essere snob, e non è pieno di palle intimiste come il mio, perché lui è una persona seria, ma con senso dell'ironia.

lunedì 30 giugno 2014

sono una che non sa cosa sia normale

al bar

c: vorrei un caffè
d: come lo vuole? espresso, cappucino, caffelatte, macchiato, lungo
c: un caffè normale

davanti al banco dei gelati

c: fragola e cioccolato
d: dove, signora, nel cono o nella coppetta?
c: cono
d: che cono vuole? (davanti a c, un espositore con 6 tipi diversi di cono, da 2 euro e venti piccolo e di wafer, 2 euro e cinquanta più grande e biscottoso, due euro e ottanta con la base piatta, due euro e novanta con il cioccolato e la granella di nocciola sul bordo, tre euro a forma di fiore, tre euro e cinquanta molto grande)
c: un cono normale

ora, a questa gente vorrei chiedere, cazzo vuol dire "normale", tutti i caffè sono normali e tutti i coni sono normali. dov'è la normalità? io non lo so.
soprattutto quando vieni da un posto diverso, è impossibile stabilire cosa sia normale.
per me non era normale vedere gente bere cappuccino alle otto di sera, dopo aver mangiato una pizza. adesso è normale.

questa gente, che chiede cose normali, possibile che creda che esistano davvero?
tutto è normale e tutto allo stesso tempo è strano.

ma io, sono normale? perché quando mi confronto con questa gente piene di certezze sulla normalità, mi sento molto strana...

giovedì 19 giugno 2014

sono una che

sono una che ha preso un sacchetto della spazzatura, l'ha riempito di magliette, felpe, pantaloni talmente stracciati che anche la peggiore associazione umanitaria si sarebbe vergognata di distribuire ai poveri, e l'ha buttato nel bidone della raccolta indifferenziata.

sono una che per distogliere l'attenzione dai capelli molto spettinati indossa magliette molto scollate

sono una che compra scarpe da uomo perché porta il 42

sono una che tutte le mattine guarda i libri in offerta lampo kindle e non ne compra mai nessuno

sono una che si dimentica a casa la schiscetta

sono una che odia tutte le cose da femmina (truccarsi, vestirsi bene, indossare scarpe col tacco, depilarsi, farsi la piega ai capelli, spalmarsi la crema per il corpo, mettere lo smalto)

sono una che adora dormire, che dorme come un sasso quasi sempre, che pensa che le ore passate a dormire siano migliori di quelle passate a vivere

sono una che soffre di mal di testa da pochissimi mesi, e ancora non se ne capacita, avendo vissuto la bellezza di 31 anni libera da questo comune tormento

sono una che sta per compiere 32 anni e che fino a 5 anni fa pensava che a 32 anni si fosse già vecchi, e pieni di certezze e solidi e maturi, e invece ora che i 32 anni sono lì, davanti a lei, si sente effettivamente già vecchia ma senza certezze e fragile e totalmente immatura e ha voglia di piangere

sono una che ha comprato due magliette e una felpa bellissime che le stanno benissimo e si è sentita un po' felice, e subito dopo un po' scema per essersi sentita un po' felice per delle stupide magliette, seppure bellissime che le stanno benissimo

sono una che non è capace di essere felice di niente, che trova motivi per essere infelice anche delle cose felici

sono una che ha smesso di fare gli esercizi per il culo dopo un mese

sono una che ha smesso di leggere "i demoni" perché a un terzo del libro ancora non era successo niente

mercoledì 11 giugno 2014

sono una che

sono una che si sta facendo crescere i capelli
sono una che si sente pronta per la prova costume (forse solo perché è certa che non ne indosserà uno nemmeno quest'anno)
sono una che si annoia facilmente
sono una che ha le mani screpolate
sono una che mangia almeno uno yogurt al giorno
sono una che da più di un mese fa gli esercizi per tonificare i glutei seguendo un video di youtube
sono una che ha distrutto un paio di scarpe della fila nuove in meno di due mesi
sono una che al mare da piccola si scottava sempre
sono una che odia i capelli corti che crescono perché non stanno mai in nessun modo
sono una che si dimentica di mettere la crema per le mani
sono una che sorride poco, raramente, non abbastanza

venerdì 6 giugno 2014

sono una che non scrive più sul blog

credo sia la prima volta che lascio passare un mese tra un post e l'altro.
ma non c'è nella mia vita, vita che voglia o possa essere raccontata.
solo, ieri, al panificio mi hanno regalato un panino caldo, appena sfornato, fragrante e profumato come il pane che ho mangiato qui non è mai stato.
il resto, invece, è un training per il superamento della frustrazione.
per tutte le cose, piccole e grandi, che non vanno come vorrei.

mercoledì 7 maggio 2014

sono una che si tinge i capelli

pensavo che la saga dei capelli colorati fosse finita. invece è appena iniziata.
come sapete a dicembre ho provato a farmi i capelli blu. sono usciti turchesi, per cui a gennaio con una tinta fatta in casa ho rimediato, riuscendo. a marzo, in vista della stagione del lavoro retribuito fuori casa, sono corsa dalla parrucchiera che, per coprire lo scempio, ha dovuto asfaltarmi.
a due mesi di distanza quella tinta è completamente sbiadita e io mi sono ritrovata ad avere i capelli verdi. vi giuro, alla luce bianca dell'ascensore erano davvero verdissimi. sotto una luce normale erano solo brutti, di un colore spento non definibile.
per cui sono tornata dalla parrucchiera, che questa volta mi ha tinto di castano ramato. molto rame e poco castano, sembra che abbia i capelli rossi.
e ho capito che dal tunnel dei capelli tinti non uscirò mai più.
mi è stato chiaro una sera, quando allo specchio, guardando sconfortata la mia chioma ingestibile e dal sinistro riflesso verdastro, ho trovato un capello con 4 o 5 centimetri di ricrescita bianchissima. era un capello metà bianco e metà scuro. e spulciando ho trovato nuclei di canuti rivoltosi pronti a impossessarsi di tutta la mia testa. e io ho capito che con i miei capelli bianchi non ci sarà mai modo di far pace o trovare un accordo.
quindi ora sono una che si tinge i capelli. lo sono diventata a mia insaputa.

mercoledì 30 aprile 2014

surrogati e non

quando vivi altrove, ti mancano molte cose e ne guadagni molte altre, inizi ad accontentarti di surrogati e ti accorgi, invece, di aver vissuto con dei surrogati che pensavi fossero prodotti di prima qualità.
per la categoria "accontentarsi dei surrogati"
l'ebook reader al posto di biblioteche e librerie.
la chiamata skype al posto della passeggiata o della cena con l'amica.
i semmel secchi e gommosi al posto del pane profumato e fragrante del panificio.
gli affettati in vaschetta al posto del prosciutto crudo san daniele affettato al momento, bello sottile, e incartato per bene.
...

per la categoria "essersi accontentati dei surrogati"
mezzi pubblici puntuali che funzionano, al posto dei carri bestiame targati trenitalia
tempi brevi per cure mediche per lo più coperte dall'assicurazione sanitaria, al posto di tempi di attesa biblici per una visita oculistica
spazi verdi curati, ampi, sicuri, attrezzati, diffusi al posto del cemento ovunque
il donaukanal lungo cui fare interminabili passeggiate
...

questa riflessione è nata ieri, quando ho provato una nuova gelateria italiana aperta da poco. è l'unica gelateria a vienna in cui ogni gusto di gelato ha una sua paletta e non, come capita sempre, una paletta per tutte le vaschette, per cui nella fragola c'è un po' di limone, un po' di cioccolato, un po' di vaniglia, e nel pistacchio un po' di nocciola, un po' di lampone, un po' di amarena e via di seguito.
il gelato è cremosissimo, buono davvero. ricorda moltissimo grom.
e mi sono resa conto che quello che ho fino a ora considerato un buon gelato a vienna, non era altro che un surrogato di qualità decente, ma pur sempre un surrogato. una pallida imitazione del vero gelato.

giovedì 24 aprile 2014

crisi di mezza età

il matematico va a correre, tre volte alla settimana, nel parco vicino casa. si alza, si mette la tuta e va. poi torna, tutto sudato, e si fa la doccia. arriva al tavolo di colazione e dice "come mi sento bene". io ho ripreso a stirare, dopo cinque anni che non lo facevo. ho tirato fuori l'asse da stiro che c'era dietro l'armadio, resto lasciato dall'inquilino precedente, ho comprato un ferro, il più economico, e stiro. per ora solo i vestiti che uso per il lavoro e poco altro. stiamo invecchiando, e lo stiamo facendo male.


nota di servizio: ho scritto questo
se lo leggete e mettete mi piace e commentate mi fate sentire meno sola e meno scema. grazie.

domenica 6 aprile 2014


da quando ho iniziato a lavorare mi sembra di non avere più una vita. mi sembra anche di non essere più io e faccio molta fatica a tenermi insieme. ma questo non c'entra tanto col lavoro. oggi finalmente avevo giorno libero e sono andata a vedere una mostra fotografica di Andreas H. Bitesnich alla kunst haus. mi è piaciuta moltissimo. la mia foto preferita tra quelle esposte è quella qui sopra. e io mi sento così, un corpo nudo, esposto.

giovedì 27 marzo 2014

controparte

il romanzo che ho scritto sta partecipando al concorso "io scrittore". l'idea è che chi partecipa valuta gli altri partecipanti. così, qualcuno là fuori sta leggendo me, e io mi ritrovo a leggere quindici di loro. (in questa prima fase si valutano solo gli incipit di al massimo 50.000 battute)
è una cosa deprimente. il solo pensiero di leggere un altro di quegli incipit mi mette sconforto. sono noiosssimi. è come se a quelle storie mancasse... una storia da raccontare. come se fossero frasi di senso (abbastanza) compiuto messe una in fila all'altra ma senza sapere bene il perché.
tra meno di un mese devo averli letti e recensiti tutti.
in un mese ne ho iniziati sette e recensiti tre. dei quattro un po' letti e non recensiti: uno non è un romanzo ma una sceneggiatura e non è scritta in italiano ma in dialetto. uno è una specie di prologo fantasy (sbadiglio). uno è melensissimo (nausea). e uno è solo un po' inconcludente.
come controparte al mio sforzo di leggere questa robaccia, il 23 aprile, se tutto va bene, avrò 15 feedback all'incipit del mio romanzo.

giovedì 13 marzo 2014

missione compiuta

dato che l'unica buona ragione per evitare la scuola dei disoccupati era avere un lavoro, mi sono trovata un lavoro. e quindi la scuola ha funzionato per sfinimento.
ora sono stanca morta e ho un gran mal di schiena. ma tutto bene.
e se vi chiedete che lavoro sia... è un lavoro che avrei potuto fare anche senza la licenza media.
ma non è poi così male.

martedì 4 marzo 2014

caccia al tesoro

trovare un parrucchiere aperto il lunedì è difficile quasi quanto trovare la pentola piena di monete d'oro alla fine dell'arcobaleno.
e dato che i parrucchieri aperti il lunedì sono rari come i giorni di sole, da queste parti, è ovvio che siano tutti pieni, ed è evidente che se trovi un parrucchiere aperto di lunedì e vuoto, il risultato sarà pessimo.
tuttavia non ci sono alternative, andare a un colloquio di lavoro con i capelli blu è come non andarci. se hai i capelli blu pensano che sei una ventenne cretina e irresponsabile e ti danno del tu anche se hai trent'anni suonati e quando avevi i capelli normali ti chiamavano "signora".
e quindi ieri sono tornata normale, o quasi.
la parrucchiera aveva un maglioncino azzurro meraviglioso e mi ha fatto un massaggio alla testa che sembrava una dichiarazione d'amore. la mia identità sessuale ha seriamente vacillato per qualche minuto.
mi hanno messo in testa un castano scurissimo, cui hanno aggiunto dei riflessi ramati per farlo sembrare meno brutto.
ora sembra che abbia la testa asfaltata.
però se non mi danno il lavoro mi arrabbio!
rivoglio i miei capelli blu!

domenica 2 marzo 2014

più e meno

la cosa positiva è che febbraio è finito.
le scadenze sono state rispettate e io finalmente tiro il fiato.
ho iniziato il puzzle da 1500 pezzi che mi aspettava da due mesi (e mi sono accorta che per farcelo stare mi mancano 5 cm di tavolo in altezza e 0,5 cm in lunghezza).
è arrivato un po' di sole (questo sconosciuto) e le temperaure sono finalmente a due cifre e sopra lo zero, contemporanemente (giubilo!).
domani ho un colloquio di lavoro (così ho un buon motivo per saltare la scuola dei disoccupati)

le cose negative sono che domani vado a tingermi i capelli di un colore normale (in vista del colloquio)
che ci sono altre due settimane intere di scuola dei disoccupati
che il matematico ricomincia la tournée di diffusione del sapere matematico (e mi lascia ancora da sola)


a prima vista le cose positive sono più di quelle negative.

lunedì 24 febbraio 2014

non vedo l'ora

domani pomeriggio, alla scuola per disoccupati, andremo per tre ore in aula computer e impareremo a mandare un'email e anche ad allegarci un file.
non vedo l'ora!
la scorsa settimana, invece, abbiamo imparato ad aprire un file word, a scriverci dentro e ad allineare il testo a destra senza fare tutti gli spazietti.
non invidiatemi troppo, mi raccomando.

sabato 22 febbraio 2014

esaurita

ho sei giorni per fare tutto.
poi dal primo marzo, se sopravvivo, mi riposo, più o meno. e magari faccio anche il puzzle da mille e cinquecento pezzi che ho comprato due mesi fa.
entro fine mese devo consegnare un lavoro, caricare i file con il romanzo per il concorso ioscrittore (magari anche aggiungere la scena che mi ronza in testa, e rileggerlo tutto), candidarmi per due posizioni ambitissime, così ambite che immagino riceveranno 400 cv e il mio neanche sapranno di averlo avuto tra le mani. il tutto frequentando la scuola per disoccupati ogni pomeriggio, andando a colloqui di lavoro, e ricordandomi di mangiare, lavarmi e respirare.

sabato 15 febbraio 2014

pimp my cv

l'ufficio di collocamento mi ha regalato un corso per disoccupati di tre ore al giorno, per cinque giorni a settimana, per cinque settimane con lo scopo di meglio inserirmi nel mondo del lavoro.
il risultato è che durante la settimana appena trascorsa, per 15 ore, noi 11 disoccupati ci siamo sentiti dire: il nostro obiettivo sarebbe di trovarvi un lavoro. ma la situazione è quella che è. non è come ai tempi dello scellino, non è facile trovare un lavoro decente di questi tempi.
eh, grazie.
immaginatevi come sono tornata a casa entusiasta e fiduciosa. è solo perché tra la fermata metro e casa non c'è un ponte che sono qui a scrivere.
al termine della prima settimana di corso il risultato più eclatante è che hanno giocato a pimpami il cv. non so se avete presente "pimp my wheels" quel programma di mtv in cui prendono una qualsiasi macchina scassatissima e la rimettono a nuovo che sembra una ferrari appena uscita dalla concessionaria.
ecco, hanno preso il mio cv e l'hanno tirato a lucido.
ora dal mio lebenslauf risulta che dal 2011 al 2012 ho lavorato al roberto saviano della ristorazione. in realtà ci ho lavorato per tre mesi a cavallo dei due anni.
risulta che ho frequentato la scuola holden per otto anni, quando in realtà, nell'arco di otto anni ho frequentato 4 o 5 diversi corsi di scrittura di al massimo 20 ore ciascuno.
risulta anche che il mio tedesco è ausgezeichnet (meraviglioso), così meraviglioso che per scrivere ausgezeichnet giusto devo guardare nel vocabolario.
dopo avermi così lustrato il cv ci è stato detto: l'importante è che non scriviate bugie nel curriculum.
quindi il segreto è: fatevi scrivere il cv da altri. se ci scrivono dentro cazzate non è colpa vostra.
(e davanti a me si stendono altre quattro settimane di corso...)

martedì 28 gennaio 2014

cose

Foto: blue monday! finally
sto rispettando i miei obiettivi quotidiani di scrittura, camminando e ora ho anche i capelli blu.
è arrivato molto freddo e un po' di neve. ci sono le macchine con i segni di neve rubata sui cofani.
leggo molto.
resto per la maggior parte del giorno da sola, disconnessa da internet.
non succede molto, se non nelle pagine che sto scrivendo. è bello e fa paura.

lunedì 20 gennaio 2014

internet-dipendenza

se fosse per me passerei tutta la giornata a cazzeggiare su internet. spesso lo faccio. ho perso giornate intere giocando a candy crush. se avessi riversato le stesse energie in altro, ora parlerei fluentemente il tedesco, o avrei un fisico tonico e scolpito, o sarei una prolifica romanziera. forse persino tutte e tre le cose insieme!
per riuscire a scrivere il mio romanzo, quindi, ho bisogno di essere disconnessa. e per essere disconnessa chiedo al matematico di portarsi in ufficio il cavo di alimentazione del modem. sì, lo so, è un rimedio estremo, ma io sono drogata, internet-dipendente a livelli da ricovero. e quindi.
per quattro giorni ha funzionato. senza connessione dalle nove di mattina alle sei di sera ho scritto moltissimo. ho sempre raggiunto l'obiettivo quotidiano, ho letto due romanzi, ho camminato, ho persino fatto dei riposini pomeridiani. e mi sono resa conto che è fantastico. che non c'è nessun bisogno di leggere le email un secondo dopo che sono state spedite, che non c'è nessuna fretta di avventarsi sui messaggi di stato degli amici di fb in tempo reale. un paio d'ore la sera sono più che sufficienti per tenersi aggiornati su tutto.
oggi, però, verso le cinque, ho avuto la malaugurata idea di cercare delle connessioni non protette. non ne avevo mai trovate prima, ero sicura che non ne avrei trovate nemmeno oggi.
invece.
invece una l'ho trovata. e ora la stesura del mio romanzo è di nuovo a repentaglio.

martedì 14 gennaio 2014

termini di paragone

c'è una città in norvegia che si chiama Tromsø. ci abitano quasi 70.000 persone. oggi in quella ridente cittadina norvegese avranno una temperatura massima di -13 gradi e vedranno la luce, una luce crepuscolare, per 65 miseri minuti. il 21 gennaio festeggeranno il giorno del sole, cioè, dopo mesi, lo vedranno di nuovo sorgere sopra l'orizzonte.
ecco, diciamo che ora vienna, con la sua massima di 7 gradi e le sue quasi 9 ore di luce, sembra un posto meraviglioso in cui vivere.

sabato 11 gennaio 2014

il colore scema - o color scema

avere i capelli di un colore eccentrico è stupido e imbarazzante. così stupido e imbarazzante che, quando esco di casa, spesso lo faccio col cappuccio tirato sulla testa.
l'imbarazzo è dato dal fatto che i miei capelli, a dispetto della foto che li fa sembrare azzurri, sono verdi e per la maggior parte del tempo sporchissimi. perché ogni volta che li lavo il colore se ne va e mi lascia sempre più gialla e quando sarò gialla dovrò prendere una decisione. le alternative sono: tentare di diventare azzurra, o farmeli tingere del mio colore e amen. solo che per farmeli tingere del mio colore devo avere una ricrescita sufficiente per far capire alla parrucchiera di che colore si sta parlando.
quindi non mi resta altro da fare che resistere con i capelli verdi.

venerdì 10 gennaio 2014

passi e parole

ho ricominciato a scrivere. se niente ha senso, tanto vale scrivere il romanzo che ho sempre rimandato di scrivere. se è tutto sbagliato e non c'è modo di essere felici, tanto vale perdere tempo con parole che forse a nessuno importerà leggere.
mi sono data come obiettivo un romanzo di 180.000 battute entro il 26 febbraio, data ultima per partecipare al concorso "io scrittore".
l'obiettivo giornaliero è di 4.000 battute al giorno. al momento ne ho circa 49.000. meno di un terzo, più di un quarto.
ho anche iniziato a fare dell'attività fisica per avere un "culetto perfetto", che significa più che altro tentare di contrastare lo strato di cellulite che rende il mio lato B floscio e inguardabile.
i due obiettivi si sono intrecciati, al punto che non ci sono parole senza passi, e non ci sono passi senza parole.